Titanic uscì nel 1998 e se la matematica non è un opinione quell’anno la sottoscritta aveva quattordici anni, una orrenda Mandarina Duck marrone per andare a scuola, una totale inconsapevolezza dell’esistenza sul mercato globale dell’olio anticrespo e qualche nuova amica con cui da pochi mesi dividere il banco e l’intero liceo (il banco sarebbe stato sempre lo stesso per i successivi cinque anni, e la compagna anche). Questo dato empirico da solo spiegherebbe il perché – sempre per la sottoscritta – potranno passare gli anni, le mode, le stagioni anche le mezze, i fidanzati, i limoni, gli stronzi, i termini di prescrizione delle multe al comune di Roma, i trend dei mocassini pelosi e dei flare jeans ma Leonardo DiCaprio nel mio cuore non passerà mai
Lui è stato il primo grande amore.
Titanic uscì nel 1998 e io lo vidi al cinema per sette volte perché belle mie – mi riferisco a voi, esponenti della generazione 3.0 all’epoca non esisteva il telefonino, YouTube, lo streaming, MySky, Netflix, l’amico canadese conosciuto su Tinder che spaccia film in lingua originale a tre settimane dall’uscita ufficiale e manco Justin Biber – e se volevi andare a farti un piantarello ormonale ti toccava convincere tua madre che a sua volta doveva chiamare la madre della tua compagna di banco – sempre la stessa – per assicurarsi che non ci fossero compiti e che potevate andare al cinema insieme. E a quel punto dovevi supplicare tuo padre di accompagnarti. Alle quattro che Titanic dura tre ore e si cena a casa. E quindi di venirti a riprendere. Roba che ci sono matrimoni che sono finiti per molto meno e invece, Leo, noi siamo ancora qui.
Titanic uscì nel 1998 e io costrinsi mio padre a chiamare Leonardo la 125 verde pisello sbiadito con cui mi veniva a prendere da scuola. Vi lascio immaginare il suo straziante entusiasmo.
Titanic uscì nel 1998 e avendo mia madre avuto la brillante idea di tappezzare le pareti della mia camera con una simpatica carta da parati a fiorellini – una di quelle che definirei shabby chic se solo non fosse che all’epoca un termine tanto agghiacciante non era ancora stato coniato a dimostrazione del fatto che si stava meglio quando si stava peggio, Iphone esclusi – io fui costretta a relegare il poster un metro per un metro e mezzo della locandina del film sul fondo dell’armadio cosa che imponeva che ogni volta per ammirare la grazia e le grazie del mio amato dovessi spostare tutti i jeans, i pantafunky con cui facevo educazione fisica, l’improbabile collezione di pantaloni rosa e turchesi e il Woolrich che in quegli anni regnava incontrastato per le strade di Taranto nonostante la media stagionale a Taranto sia di diciotto gradi. Misteri della fede.
Titanic uscì nel 1998 e poi vennero Romeo+Juliet imparato a memoria, quella schifezza di The Beach, La Maschera di Zorro perché un solo Leo non bastava, Prova a prendermi, il connubio con Scorsese, Inception, il monologo nel Django di Tarantino che da solo valeva un limone durissimo, Il grande Gatsby che per te mi sarei messa piume in testa anche per andare alla Doc a fare la spesa e The Revenant.
Dichiaro tutto questo con un congruo a tratti quasi ampio anticipo – per l’esattezza 26 giorni sulla cerimonia degli Oscar – perchĂ© anche se continui a preferire le modelle ventiduenni bionde a me, anche se ti presenterai sul red carpet con tua madre il che inconsciamente mi da ancora qualche speranza, anche se non sono una ambientalista integerrima io che mi dimentico di chiudere l’acqua mentre mi lavo i denti e tu hai dichiarato a reti unificate che sposerai un’ambientalista (poteva andarmi peggio e potevi amare le vegane, eh), anche se l’Accademy continuerĂ a non capirci una mazza di film e anche quest’anno preferirĂ qualcun altro a te io continuerò ad amarti Leo. Sempre e per sempre. Anche se come soprammobile sul camino della nostra casa di Aspen saremo costretti a tenere l’intera collezione Thun invece che la statuetta dello zio Oscar. E come pegno della mia fedeltĂ giurin giuretto starò attenta al Buco dell’ozono, alla deforestazione amazzonica, allo scioglimento dei ghiacciai e non solo alla cellulite.
Vogliamo dimenticare quando è apparso in “Genitori in Blue Jeans” ? E noi, tra una Yongers e l’altra, abbiamo immediatamente spostato l’attenzione su chi la meritava davvero?! Altro che Kirk Cameron..
Alice
http://www.mypunkbox.blogspot.it
Cara la mia bellissima Ale, non intervengo mai anche se leggo spesso; sei diventata una donna piena di indiscussa eleganza e conoscendomi capirai subito che non parlo di tacchi nè di smalti che, in ogni caso, apprezzo a volontĂ , mi riferisco a quel che scegli di guardare scartando il resto. Se ciascuno traducesse il termine crescere, con quello meno scontato di migliorarsi, come stai facendo tu…beh, sarebbe decisamente un bel vedere in giro. La zia ti abbraccia forte, con la consapevolezza che il percorso che hai scelto (e anche questo non è da poco) non ti porterĂ semplicemente in alto, piĂą significativamente, ti lascerĂ fare quel che ti piace. E questo, cara mia, fa stare un gran bene!!!
Concordo e sottoscrivo. Io avevo 8 anni all’epoca di Titanic, e per l’ultimo anno di scuola elementare comprai il diario di Leonardo Di Caprio.
E con questo credo di aver detto tutto.
Semplicemente sei un genio!
Ti adoro. Punto.
Per me Leo si è superato in The Wolf of Wall Street. Ah, i Woolrich imperversano ancora a Taranto, nonostante la media stagionale sia sempre quella del 1998… Ciao!
Vidi per la prima volta Titanic al liceo, quasi costretta con la forza da una compagna di classe indignatissima per il fatto che, io- come avevo osato- alla veneranda etĂ di quasi quindici anni, non avessi ancora visto la storia piĂą romantica di tutti i tempi.
Quindi armata di cassetta VHS (sono giovane, ma non troppo come si può pensare ah!) prestata dalla suddetta compagna di classe, ignorai il vocabolario di greco aperto sulla versione per il giorno dopo e per tre ore ho guardato la strage.
Devo ammettere che la mia vita dopo quel giorno non è cambiata di molto, ma forse perché ho sempre e solo preferito Hugh Grant che si innamora di Julia Roberts in Notting Hill. Beh, meglio per te direi: una in meno in fila per accompagnarlo agli Oscar.
Un bacio
Vittoria from 5 IN THE MORNING
http://vittoriafiveinthemorning.blogspot.it/
Cioè che poi nel senso, se mi si presentasse davanti alla porta mi sembrerebbe da cafoni chiudergliela in faccia… non trovi?
Qui lo dico e qui lo nego…. io Titanic al cinema l’ho visto 3 volte e per 3 volte ci ho strapianto!!
sei mitica!
Marina
http://www.sweetlavanda.it