Uno pensa che sia facile farlo, che ci voglia poco.
Forse solo fatuità.
Per improvvisare.
Per andare senza chiedersi dove. Per sedersi a terra a bere una birra e sticazzi del vestito. Per rivoluzionare certe notti e certe fini, che avevamo già scritto almeno nella nostra mente. Per inventare una cena, un ballo o un intero viaggio. Per non cedere alla tentazione di porre domande perché i dubbi sono sempre stati più affascinanti delle certezze. Per preparare una valigia. Per mettersi in macchina su una strada. Per inventare un amore. E per baciare.
Improvvisare è un talento. Un dono al pari della voce, delle mani da pianista e di certi animi che sanno leggere le altre, di anime. Saper godere del piacere naturale di certi istanti: quelli non programmati, quelli non previsti, quelli non pianificati, quelli che pensarci non serve a nulla, quelli che non rispondono a una sequela di domande che come ciliegie si susseguono le une con le altre.
Essere qui ed ora. Sapersi lasciar andare. Saper sentire il vento, respirare e navigare a vista. Saper ballare su qualunque nota. Sapersi perdere. Sapersi tuffare. Saper trovare la terra anche quando non c’è. Sedercisi.
Basta un accendino per aprire una birra (E’ quella l’unica cosa che bisogna saper fare. Il resto è mera improvvisazione)
Complimenti per il tuo stile… non c’è post in cui non ci si possa immedesimare (io “hic et nunc” me lo sono tatuato, per dire).
I love that neon sign in the middle of nowhere
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Cara Alessandra, tu puoi capirmi… 🙂
https://nicolettafrasca.wordpress.com/2015/07/13/certe-serate-romane/
Sempre bellissimi i tuoi post, niente da dire!
Baci! F.
LA CIVETTA STILOSA
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Io ancora la birra con l’accendino non la so aprire. Non si finisce mai di imparare.
(E di volerti leggere con il silenzio di casa vuota perché sono tutti al mare)
Vittoria from 5 IN THE MORNING
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