E poi ti accorgi che le cose cambiano o forse più semplicemente a cambiare sei tu.
Sarà colpa dei piedi cheti fanno male per colpa di un paio di scarpe Made in Shangai. Sarà colpa di un cocktail scadente che con il tempo sei anche diventata esigente e non riesci più a buttar giù con la stessa nonchalance di prima una qualunque forma di alcool purché sia alcool. Sarà colpa del senso del dovere, della stanchezza o forse dei pollini. Sarà – ma mentre scalza e in mutande e ancora con il mascara al suo posto ti attacchi alla canna alla bottiglia d’acqua ti accorgi che le cose cambiano e le tue – quelle che tocchi con mano un sabato sera di metà aprile – sono già cambiate o forse più semplicemente ad essere cambiata sei tu. E allora vorresti chiedertelo dove sono finite le gambe di una volta e sopratutto i piedi di una volta quelli che quando erano esausti del cliché dei tacchi ripudiavano i luoghi comuni che vorrebbero una donna in bilico su un pezzo di plastica per tornare a casa nudi. E poco importava che tu fossi a Venezia o a Las Vegas o nel cuore sacro dell’India. E allora vorresti chiedertelo dove è finito quel fegato e quello stomaco in grado di ingurgitare pizza e sorchette e gin scadenti che almeno ci fosse la samba dei peggiori bar di caracas in sottofondo – e vorresti farlo ora che nel tuo frigo regna sovrana la soia sotto forma di latte e di yogurt e di formaggio. E allora vorresti chiedertelo dov’è finito quel cuore che attraversava la città e cercava parcheggio e riprendeva la macchina e riattraversava la città e ricercava parcheggio e ricercava se stesso rigirandoci intorno.
Sempre un tuffo al cuore i tuoi post.
https://bescema.wordpress.com/
Alessandra mi riempi il cuore ogni volta!
Felice per te.
C
le tue parole mi trasportano dentro me stessa, con una leggerezza mai provata