Ci pensavo stamattina mentre il taxi scorreva. In una Milano grigia e umida avvolta da una nube di vapore acqueo, così lontana dalle mie origini assolate così diversa da quella Roma che ho scelto come casa eppure ormai così familiare. Ci pensavo stamattina alla strada fatta e a quella ancora da percorrere. Agli inizi non troppo lontani perché cinque anni in fondo non sono molti eppure di vita ne contengono tanta. Ai semafori e agli incroci. A tutte le volte che mi sono fermata alle volte in cui sono ripartita e alle prime volte: la passerella le luci che si spengono la musica che segna l’incedere delle modella davanti a quella pioggia di flash e io in piedi, dietro le altre file. Quella passerella che non ho mai rivisto così lucida. A come la percezione delle cose – tutte – sia data dal nostro vissuto, dalla somma di tutto ciò che abbiamo già visto e toccato e provato e di come anche lo sbrilluccichio ad un certo punto brilli meno. Di come possa esistere un entusiasmo consapevole che non è meno vivo del naturale visibilio dato dall’incoscienza ma solo più sicuro e forse coerente. Ci pensavo stamattina a come le cose cambino o forse a cambiare siamo un po’ noi e di quanto possa essere commovente la passione che forse non sai nemmeno di avere eppure ci credevi già. E qualcuno con te. A come la vita a volte ti porti lì dove avresti voluto andare, per strade che conosce solo lei – fregandosene del tempo ma lo fa: ti conduce. E tu cammini corri passeggi e salti per quelle strade e scopri qualcosa di più su chi sei e su ciò che forse vuoi e su ciò che ti è dato fare e forse è la cosa che fra tutte ti riesce meglio, e non è cucinare. Ci pensavo stamattina a come questo non saper dove andrò tra sei mesi o tra un anno o altri cinque forse mi piaccia. Di come questa esistenza nomade io l’abbia voluta desiderata, a come sia fortunata la vita di chi ha potuto scegliere chi essere, a quanto sia importante non dimenticarsi mai quella volta in cui quella stessa sfilata la guardavi ma in piedi da lontano e di chi alla fine della passerella ti aspetta comunque anche a luci spente, a quanto sia bello ad un certo punto essere felici di tornare a casa, di quanta lucida ambizione ci sia nel distacco – perché le cose bisogna saperle vedere per ciò che sono a costo di dovercisi allontanare – di quanto preziosa sia la serenità che ti accompagna durante il viaggioperché ora sai dove stai andando e di quanto bella possa essere la strada. Fatta e da fare.
– strada coerente e bella. Una strada da qui al mare. Perché ci tornerò a vivere al mare. E lo sbrilluccichio sarà quello del sole.
Guardare la strada percorsa e immaginare quella su cui stiamo andando è una cosa favolosa. Se è la nostra poi diventa un’esperienza unica.
baci
Fede
Bentornata♥
Ti adoro!
… Perché le strade ci conducono dove forse non osavamo nemmeno sperare, eppure siamo la, pronte per una nuova avventura, con un coraggio e una determinazione che non sapevamo neppure di avere…
Bello guardarsi indietro ogni tanto, e semplicemente sentirsi soddisfatte
Si chiamano Trenta mia cara.
Dirty thirty…se vuoi essere internazionale.
Donano allo sguardo una nuova luce quanto un nuovo mascara di Chanel.
Un saluto da Sydney 😉
Claudia
http://www.lasnoblovesberlin.com
Siiiiii.
A Noi che camminiamo.
C
Al coraggio di chi sceglie di vivere la propria vita.