Trovo che tra gli infiniti angoli di questo mondo, la tavola sia uno dei posti più belli dove trovarsi.
Il tavolo è casa. E la casa è famiglia, ovunque tu sia. Anche da sola in una città non tua. Anche in mezzo al casino più assoluto, seduta a notte fonda in un Mac Donald. Apparecchiato. Sparecchiato. Improvvisato come quando mangi stesa a terra tra il divano e una pila di libri. A tavola si beve, lentamente. Si aspetta il caffè e si attende che sia l’ora adatta per alzarsi. A tavola si ride. E si parla ancora di più anche quando si è in troppi e con la musica alta che per riuscire a capirci qualcosa devi davvero sforzarti. La tavola unisce. Il tavolo con i piedi affondati nella sabbia nella prima domenica calda di aprile. “Passami il vino, per favore”. La tavola incontra e scontra. Ferma il tempo, lo immobilizza come acqua che lentamente diventa ghiaccio. Una cena tra amiche il martedì sera che tanto è una serata tranquilla. L’appuntamento fisso del venerdì sera che se non siamo almeno una dozzina a noi non ci piace. Due panini e una birra. L’osteria in cui vai anche in pigiama. E state tranquilli che io sbaglio sempre a ordinare. In due a tavola con la voglia, semplice eppure ambiziosa, di raccontarsi. La tavola rilassa e rallenta, come solo la casa e la famiglia possono fare.
Quindi sedetevi, e non abbiate alcuna fretta.
(Ore 21:30. Tavolo prenotato. A voi buon week end)
Mi sono sempre piaciute le grandi tavolate. E adesso, che in casa ci siamo solo io, mia madre e mia sorella e abbiamo tutte orari diversi e non ci sediamo mai allo stesso tavolo per mangiare, quando succede mi piace ancora di più. Ed è bello quando siamo in tanti, in quelle occasioni il mio posto è appollaiata accanto ai fornelli per osservare tutti da un po’ più in alto, per guardare la gente che parla e che mangia.
Adoro le comunioni e i battesimi e i diciottesimi perché con i cugini di Pisa siamo veramente tanti: ci facciamo chiamare “La Cuginanza” e per tanti intendo che rasentiamo la trentina.
Poi si, ci sono le cene con le amiche e le mie feste che finiscono sempre tutti per andare in cucina e il tavolo si riempie di portacenere, bottiglie vuote e bucce di mandarino e nell’aria c’è un sacco di fumo quanti sono i discorsi filosofico/esistenziali/esistenzialisti che intavolano i miei amici.
Decisamente una delle cose meravigliose della vita.
Un bacio e buon venerdì (stavolta festeggio anche io: sono in ferie ♥)
Vittoria from 5 IN THE MORNING
http://vittoriafiveinthemorning.blogspot.it/2014/02/obsession-du-jour.html
bellissimo. come tutto ciò che scrivi.
Da quando esco con L. la tavola è il luogo dove fare l’amore. Con gli occhi. Che ogni cameriere è molesto, e noi vorremmo solo essere lasciati in pace 🙂
Sabrina*