“Ma quando scrivi – uno status, un post, la didascalia di una foto di Instagram – da dove la trai l’ispirazione?”
Dalla mia vita, da quella delle mie amiche e delle amiche delle mie amiche. Dalle chat surreali che esistono davvero sul mio Iphone. Dalle paure condivise – con le parole e i silenzi – e che ci accomunano tutte ma di cui spesso non si parla perché “Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, poiché le parole le immiseriscono – le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori”. Dal film di ieri pomeriggi e dalla coppia di ragazzini in fila alla cassa davanti a me che probabilmente avrebbero utilizzato le successive due ore di buio per limonare. Dall’abbinamento anni Ottanta delle vicine di tavolo alla cena di sabato sera al Fish Market che mi chiedo come abbiano fatto a rimorchiare con una gonna di paillette opache nere e una giacca di panno rosso corallo. Dal fatto che non so cosa mettere per la cena di mercoledì sera a Parigi. Dagli incontri surreali, dai numeri rubati nel frastuono di un locale, dai semafori rossi che sono fatti per cantare. Dall’ultima ossessione musicale da cui non riesco a staccarmi. Dagli uomini che incontro, da quelli che ho incontrato e da quelli che mi piacerebbe incontrare. Dalla follia, dei miei pensieri. Da una foto di Pinterest. Da quel paio di scarpe che provo e riprovo ma alla fine non compro. Dai sogni piccoli e da quelli immensi che forse una vita intera non basta per sognarli tutti. Dagli aeroporti in cui non dimentico spazzolini da denti. Da quelle mattine in cui ti svegli e ti senti Beyonce – figa e tendenzialmente stronza. Dall’amore e dall’euforia. Dai sette chilometri sudati a fine giornata. Dalle conversazioni – più o meno involontariamente – origliate, ascoltate, sentite e in cui avrei voluto intromettermi per dire “No, non aspettarlo. Meriti di più e meriti di meglio”. Dai cassetti della mia biancheria, dalla cronologia del mio Mac, dalla programmazione di Sky. Da questa pioggia che è parte della mia malinconia. Dal primo sole che verrà. Dal fatto che trovare un jeans che mi stia bene sul culo è un’impresa ardua. Dalla non-ricetta della mia più riuscita delle cene.
Da una vita assolutamente normale che diventa “speciale” perché è così che voglio guardarla. Ed è così che dovrebbero essere guardate tutte le vite – in maniera assolutamente speciale.
A volte basta poco e dalle cose più semplici nascono grandi idee e belle parole! Bel post come sempre!
Ciao
Viky — MySecretFashionPoison
…è tutta una questione di prospettive 🙂 Happy Monday
http://www.robyzlfashionblog.com
Non posso che essere d’accordo (tanto per cambiare).
Come cantava Jarabe: da che punto guardi il mondo (e la vita) tutto dipende.
Un bacione e buona settimana
Life, Laugh, Love And Lulu
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La grande bellezza di leggere il post del lunedì mentre stai aspettando di dare un esame e fuori piove incessantemente.
Ricordarsi che ogni vita è speciale, molto speciale, è una cosa che dovremmo imparare a fare tutte le mattine.
Grazie per la parentesi di tranquillità in questo folle lunedì.
Un bacio
Vittoria from 5 IN THE MORNING
Io non mi meraviglio della gonna di paillettes e della giacca corallo. Io mi meraviglio che qualcuno sia riuscito a rimorchiare al fish market 😉
I ringraziamenti della mia tesi, le cose più difficili da dire.
È stato bello ritrovarlo qui.
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BELLISSIMO QUESTO POST! sì ogni vita guardata un po’ meglio è speciale, prorpio perchè è spudoratamente normale.
baci alla normalità con il profumo che sa di speciale. basta uno spruzzo. 😉
fede
Da ingegnere so che “Tutto dipende dal sistema di riferimento”! Come sempre complimenti 🙂